Marianna Balducci è un'illustratrice riminese, laureata in moda, lavora a progetti pubblicitari e per l’editoria per bambini e ragazzi. Il disegno è il suo mestiere, il suo strumento preferito per comunicare e per esplorare il mondo. Le piace sperimentare combinazioni tra strumenti tradizionali e digitali e, in particolare, tra disegno e fotografia. Nel 2018 proprio con il suo primo libro foto-illustrato “Il viaggio di Piedino” (scritto da Elisa Mazzoli, edizioni Bacchilega Junior) vince il premio Nati per leggere, nel 2021 con l'albo foto-illustrato "Io sono foglia" (scritto da Angelo Mozzillo, edizioni Bacchilega Junior) si aggiudica il premio Andersen (categoria 0-6 anni e Superpremio Andersen G.Schiaffino).
Al disegno ha affiancato per 10 anni l’attività di docente in un seminario di comunicazione visuale per la facoltà di moda di Rimini (Alma Mater Studiorum, Bologna). Tiene workshop in collaborazione con accademie ed enti di formazione nell’ambito dell’illustrazione (Accademia TheSign Firenze, Mimaster illustrazione Milano, Scuola di illustrazione di Scandicci, Libera Università di Bolzano), scrive di libri e attività educative legate al disegno per il magazine online Occhiovolante.
Per lungo tempo ho pensato che il disegno non sarebbe stato il mio mestiere, ma solo uno dei modi di esprimermi che preferivo. Il mio percorso è stato anomalo e, da studi universitari nel campo della moda, sono approdata prima alla grafica e al disegno per la pubblicità. Sono stati quelli i primi anni in cui ho iniziato a chiamare il disegno “lavoro”, confrontandomi con clienti grandi e piccoli, capendo che avevo qualcosa di mio che poteva emergere.
Solo dopo sono arrivate le storie e gli albi illustrati e la consapevolezza che i libri fossero il posto preferito in cui restare e a cui dedicarmi.
Cosa ti piace di più di questo lavoro
Disegnare per me è soprattutto un modo di comunicare quindi mi piace quando ho la percezione di essere riuscita ad “agganciare” i miei lettori, averli fatti sentire meno soli, averli fatti divertire o incuriosire assieme a me. Di questo mondo mi piace poi la varietà: ci sono infinite possibili forme di rappresentazione della complessità in cui viviamo, tante scelte da fare (tecniche, estetiche, di senso, di progetto), approcci diversi giustificati da esperienze e motivazioni molto profonde. Un libro ti fa incontrare con le cose del mondo, fornisce una loro possibile interpretazione che, a volte, dall’infanzia ti rimane dentro per sempre. Insomma, lavorare con le parole e le immagini ti permette di governare dei dispositivi potentissimi ed emozionanti, è una continua scoperta anche per te stesso.
Come nasce una tua illustrazione
Spesso mi ritrovo a scrivere e prendere appunti ancor prima di disegnare. Mi piace fotografare e, anche se poi la fotografia è diventata spesso parte integrante delle mie illustrazioni, è soprattutto un modo per fissare qualcosa che ha colpito la mia attenzione e congelarla per un po’ per indagare il perché. Da quel perché spesso poi arriva la storia vera e propria. Quando ho disegnato “Io sono foglia”, per esempio, tutto è partito dall’immagine di copertina: in un pomeriggio d’autunno al parco, le foglie accartocciate (come mi sentivo io quel giorno in cui ero un po’ triste) hanno risvegliato una catena di consonanze che ha portato poi al disegno. “Da cosa nasce cosa”, scriveva Bruno Munari, ed è vero: più accogliente e vasto è il tuo archivio di riferimenti e più divertente sarà per le idee incontrarsi in mezzo ad associazioni inconsuete, dettagli apparentemente trascurabili, ricordi e ricerche.
Il personaggio che ti è rimasto nel cuore
Sono molto affezionata al piccolo Max, il protagonista di “C’è una macchia sul mio disegno”. Max è un bambino perfezionista ma un po’ pasticcione. Nel realizzare il disegno da portare a scuola, si accorge di una macchiolina che cerca di rimuovere a tutti i costi, combinando un disastro dopo l’altro ma vivendo anche un’escalation di avventure buffe e inaspettate. Mi ricorda quanto andavo (e a volte vado ancora) in crisi per un nonnulla che invece poi, se affrontato con lo spirito giusto, per quanto possa essere un errore, può trasformarsi in un’opportunità.
Progetti futuri
Scrivere nuove storie, riuscire a capire sempre meglio quali sono le storie importanti per me e concentrarmi solo sui progetti che mi corrispondono di più. Lavorare per far maturare sempre più sguardo e segno in modo che, nel tempo, rimanga una traccia rilevante del mio esplorare negli occhi di chi lo ha incontrato.
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