lunedì 5 luglio 2021

"Intervista a Sergio Olivotti"


SERGIO OLIVOTTI GRAFICO, ILLUSTRATORE E AUTORE DI LIBRI PER L'INFANZIA SI RACCONTA ALLE PICCOLE EMOZIONI 


Sergio Olivotti ha pubblicato per diverse case editrici tra cui Rizzoli, Sinnos, Bacchilega, Lavieri, Bibliolibrò. Ha ricevuto il premio come miglior immagine digitale a Lucca Junior 2018 e quello come miglior immagine analogica all'Annual Autori di Immagini nello stesso anno. 

QUANDO HAI DECISO DI DIVENTARE UN ILLUSTRATORE? 

Ho sempre disegnato, fin da quando ero ragazzo. Mia madre insegnava storia dell’arte e quindi in casa mia si è sempre masticata comunicazione visiva. Poi ho fatto altre esperienze e conoscenze, sono stato architetto e graphic designer, ma giunto ai 40 anni ho deciso di tornare al mio primo amore con una consapevolezza nuova.

COSA TI PIACE DI PIU DI QUESTO LAVORO? 

Di questo “lavoro” mi piacciono molte cose: il fatto che non esista un processo creativo univoco e ripetibile; la possibilità di potermi gestire il tempo senza eccessive costrizioni; ma soprattutto credo che narrare storie sia un bisogno archetipo e innato dell’uomo, una necessità ineluttabile.



COME NASCONO LE ILLUSTRAZIONI DI UN LIBRO PER BAMBINI? 

Non esiste un solo modo per decidere cosa disegnare. Sicuramente ciò che abbiamo visto in passato costituisce il nostro magazzino di idee,  il nostro immaginifico, e molto attingiamo di li: non puoi diventare scrittore se prima non hai letto centinaia e centinaia di romanzi (non è sempre così...ma un po’ si). 

C’è una parte razionale nell’ illustrare che si può fare a tavolino: ci si chiede cosa, perché e come realizzeremo l’illustrazione, cerchiamo il concetto da esprimere e le forme per farlo. Bruno Bozzetto dice che il disegno “è un’idea con una linea intorno”, dunque la prima cosa parrebbe essere la ricerca dell’idea: senza idea il disegno sarà insulso. Però è anche vero che alcune idee giungono in maniera meno artefatta, più inconscia. è lì che conta avere un immaginifico forte ed è per quello che il lavoro dell’illustratore è un lavoro eteronomo e non autonomo. 

A volte i miei disegni migliori sono scarabocchi che ho realizzato durante una telefonata o una chiacchierata, quando cioè l’essere “sovrappensiero” mi ha liberato della parte razionale facendomi creare immagini di cui io stesso ho difficoltà a riconoscere l’origine.


CI SONO DEI PERSONAGGI CHE HAI CREATO CHE TI SONO RIMASTI NEL CUORE? 

C’è un personaggio che ho creato in passato di cui realizzerò una storia insieme a un grande amico e autore, ma non voglio spoilerare per evitare spiacevoli episodi purtroppo già accaduti. Altri personaggi che amo sono tutti quelli che ancora mi strappano un sorriso quando li riguardo. Il mio personaggio tipico, quello con tuba, papillon e baffoni è invece quello che forse mi rappresenta meglio: un po’ stralunato, un po’ fuori luogo, un po’ assurdo come forse in fondo in fondo sono, per fortuna o purtroppo, io.


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