Luca e Sara come nasce la vostra collaborazione e da quanto tempo dura?
Io e Luca ci siamo conosciuti presso la scuola di scrittura Bottega Finzioni nel 2018. Spesso il lavoro dello scrittore è considerato solitario, a volte dagli stessi scrittori; un pregio di questa ottima scuola è invece insegnare che si può – e a volte si deve, come nel caso della scrittura di un prodotto televisivo o cinematografico – scrivere assieme. Per questo ci siamo trovati a lavorare insieme ad alcuni progetti proposti dalla scuola. Tra i vari corsi proposti da Bottega Finzioni, inoltre, c’era quello di albo illustrato. La docente Cristina Petit, allora editor di Leone Verde, notò la mia propensione al disegno e mi propose di illustrare un albo per Leone Verde. Io accettai di buon grado: ero doppiamente felice, perché il testo era proprio dell’amico e collega di corso Luca Tozzi. Così nacque il nostro primo albo insieme, “Mia mamma è un albero, mio papà un orso”.
Ho conosciuto Sara nel 2018 nelle aule di Bottega Finzioni, la scuola di scrittura fondata da Carlo Lucarelli. Durante il corso di albo illustrato, tenuto da Cristina Petit, cominciai a lavorare su un’idea che mi avrebbe portato a scrivere “Mia mamma è un albero, mio papà un orso”. Cristina, allora editor per “Il leone verde piccoli”, propose all’editore il mio testo scegliendo proprio Sara come illustratrice.
Ci raccontate qualche aneddoto divertente della vostra collaborazione?
Quando Cristina propose a Luca di pubblicare “Mia mamma è un albero, mio papà un orso”, gli disse che sarebbe stato illustrato da “una illustratrice bravissima”. Chissà a quale affermata autrice ha pensato lui! Non immaginate la sua delusione, quando gli dissi che la bravissima illustratrice ero io. Scherzi a parte, sì, penso di essermi trovata subito bene con lui. Lui, all’inizio, forse temeva che io fossi un po’ matta. Inizialmente Luca sembra un burberone, ma in realtà è come un fico d’india: basta aprirlo pian piano e con cura, per evitare le spine... per trovare un cuore dolce. Capito questo, collaborare è stato semplice, quasi sempre! Io, invece, ho un carattere opposto: all’inizio sono solare e propositiva, sempre pronta ad accontentare tutti con il tempo però mi trasformo in una belva rompiscatole. Poveretto, non aveva idea di quello che lo avrebbe aspettato! Penso siano proprio queste differenze caratteriali che hanno dato ricchezza ai nostri lavori. Sul lavoro, Luca ha una mente analitica che mi ha aiutata tantissimo, mi ha fatto crescere e migliorare nell’organizzazione del lavoro e mi ha spronata ad essere sempre più professionale. Non si accontenta mai, mi ha sempre spinta ad alzare l’asticella, a costo di fare tanta fatica. Ma, a posteriori, questo mi ha aiutata a superare i miei limiti, sia tecnici che mentali. Non credo che sarei arrivata a questo punto senza di lui. Ma Luca è anche un creativo. Ha un senso dell’umorismo impareggiabile, il che ha reso la collaborazione estremamente divertente, anche nei momenti più faticosi. Ha una propensione innata per la struttura narrativa (è un bravo sceneggiatore), ha una buona immaginazione visiva. Io, d’altro canto, ho una mente trasversale che può averlo aiutato a vedere le cose da una prospettiva inedita ed originale. A me piace approfondire gli aspetti psicologici, mi nutro di azioni interiori; lui è più per gli accadimenti esteriori. Io sono dissonante, ho un umorismo un po’ black, vedo sempre le cose di sbieco, a volte un po’ troppo. Lui mi riporta sulla strada maestra, rendendo le mie trovate comprensibili a tutti, ma lasciando quel tocco di follia, quella nota blu che caratterizza i nostri lavori. Anche in questo caso, le differenze tra noi sono la nostra ricchezza.
Le collaborazioni sono fatte di confronti e i confronti, a volte, sono fatti di attriti. É normale. Ricordo che durante la realizzazione di “L’amore a 126 cm da terra” (dove Sara è sia co-autrice che illustratrice) più di una volta ci siamo trovati in totale disaccordo su alcune scelte e non è stato semplice arrivare a una soluzione che soddisfacesse entrambi. Tuttavia ritengo che questa “fatica” abbia giovato al libro, l’abbia reso più completo, e sia stata determinante nel fargli raggiungere i riconoscimenti che ha ottenuto. Poi, io sono abbastanza tremendo. Non è raro che scarti un’idea di Sara, salvo poi riproporla qualche settimana dopo spacciandola per mia (ma non lo faccio apposta, è solo distrazione) ;-)
Come vi organizzate per realizzare un libro?
Dipende. Nella maggior parte di casi io ho fatto da illustratrice a un suo testo. Ma non mi sono limitata a chiudermi nel mio studio e mostrargli il lavoro finito, come spesso capita: ogni immagine e ogni trovata grafico-narrativa è stata pensata insieme, e ogni parola è stata approvata da entrambi.
Intanto bisogna dire che abbiamo sempre avuto il privilegio di poter costruire insieme i nostri libri. Non è scontato. Solitamente l’autore consegna il testo che poi viene affidato a un illustratore e da quel momento in poi l’autore non ha più voce in capitolo. Invece, lavorando con Pulce, ho sempre avuto la possibilità di seguire a fianco dell’illustratore lo sviluppo della parte grafica del libro, e questo è anche uno dei motivi per cui Sara, a volte, mi vorrebbe uccidere; infatti, ogni volta che si inizia a pensare alle illustrazioni di un testo, io arrivo pieno di idee e proposte e lei è molto brava a contenermi, individuando le suggestioni migliori e lasciando da parte le proposte meno efficaci.
Quale libro rimane il vostro preferito e perché?
In un solo caso abbiamo collaborato insieme come scrittori: ne “L’amore a 126 cm da terra”. Questo piccolo libriccino rimane il mio libro preferito tra quelli fatti insieme. Più passa il tempo, più mi pare che si tratti di un piccolo gioiello, nato in circostanze irripetibili. Per uno scrittore, è difficile scrivere insieme, sullo stesso foglio di un altro. Figuriamoci sullo stesso verso, Ognuna delle trentatre filastrocche contenute nel libro è stata pensata insieme. Questo significa che lui ho stravolto i miei versi, e io i suoi, senza finire per ucciderci l’un l’altro! Chiedete a qualsiasi altro filastrocchiere Vi dirà che è un miracolo!
Per quanto mi riguarda il mio libro preferito è sempre quello che hai appena finito
di scrivere e che se ne sta lì, nel cassetto, aspettando che un editore lo
accolga.
Sara, ci dici un pregio di Luca?
Penso di aver già risposto sopra. Luca è uno sceneggiatore impareggiabile, ha una mente analitica che gli permette di creare con facilità strutture narrative perfette. Ma al tempo stesso ha idee originali e forti, riconoscibili, che gli permettono di essere bravo anche nell’albo illustrato. Un’ottima combo!
Luca, un pregio di Sara?
Sara racchiude in sé due grandi talenti: la scrittura e l’illustrazione. Questo la rende una creatrice di storie a tutto tondo con uno sguardo sempre attento e originale. Come illustratrice ha un tratto molto personale e riconoscibile che trova la sua espressione più felice e naturale nei testi comici e brillanti, come dimostrano le sue tante pubblicazioni degli ultimi anni. É anche una narratrice caratterizzata da una profonda onestà intellettuale: non racconterebbe mai nulla che non la appassiona nel profondo. E poi a lei lo dico sempre: la sua prosa è molto più bella della mia!
Quando andate a presentare un libro vi emozionate ogni volta? Quale è il momento più bello?
Sì, mi emoziono ogni volta. Anche se non sembra, sono molto timida e devo superare ogni volta grossi blocchi per parlare in pubblico. Per me è molto stressante. Inoltre ho una pessima memoria, e ogni volta ho paura di dimenticarmi tutto. Poi però, quando mi trovo di fronte al pubblico, avviene una specie di magia mi trasformo, e ogni volta va tutto liscio! La presentazione più bella che abbiamo fatto, per me, è stata la “prima” de “L’amore a 126 cm da terra”. Per questo libro abbiamo ideato un vero e proprio spettacolino, con alcune filastrocche musicate e tanta interazione con i bambini. La prima volta che l’abbiamo proposto eravamo davanti a tantissime persone e avevamo il mare alle spalle. È stata una serata che non dimenticherò mai.
Sì, il giorno che non ci emozionassimo più, non avrebbe più senso farlo. Il momento più bello è quando vedi che il libro è arrivato al lettore e la storia narrata diventa “sua”.
Per finire c'è un sogno nel cassetto per un nuovo progetto insieme?
Al momento abbiamo alcuni lavori a metà, ma nessun nuovo progetto insieme. Io sto lavorando a un mio progetto personale che mi sta occupando molto e che ho particolarmente a cuore. So che anche Luca ha vari progetti avviati. Dopo trentatre filastrocche composte assieme, una pausa mi sembra lecita ;)
Attualmente non stiamo lavorando a progetti in comune, ma ognuno sta portando rimasti un po’ da parte.
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