Il periodo di lockdown per noi operatori sportivi è stato un dissanguamento in termini economici finanziari, per chi non lo sapesse non abbiamo degli ammortizzatori sociali o garanzie lavorative, semplicemente siamo rimasti a casa obbedienti e dimessi aspettando che il mondo ricominci a girare nel suo vorticoso ciclo infinito. Ma in tutto questo c’è del bello e del meraviglioso. Come premesso ho i capelli bianchi e di conseguenza i miei ragazzi sono dei giovani uomini. Il più grande Edoardo lavora da un paio d’ anni, mentre i due gemelli Andrea e Daniele sono al secondo anno universitario. Il lato meraviglioso di tutto ciò è che da anni non mi occupavo così minuziosamente direi quasi maniacalmente della mia famiglia e questa emozione mi appaga. Intenta nel decennio scorso alla mia formazione lavorativa, ho chiesto grande responsabilità ai componenti del nucleo addossando ad ognuno di loro compiti e faccende per organizzare al meglio la vita quotidiana. In questo periodo sono tornata ad essere un po’ mamma chioccia, non perché ce ne sia stato bisogno ma per il mio piacere personale. Mi sono presa cura di tutti anche in modo eccessivo, ma forse dovevo perdonare me stessa per le mie assenze lavorative e ricompensare la loro pazienza ed il loro affetto che mai muta nel tempo, perché un figlio ti amerà per sempre e comunque. In questo anno e mezzo ho riscoperto la piacevolezza di stare tanto tempo in loro compagnia, condividere spazi e momenti, soprattutto conviviali. Oramai è assodato che non basta la qualità del tempo passato insieme ai figli, c’è assoluto bisogno del TEMPO. Un elemento prezioso più dell’oro nella nostra epoca iperfrenetica, iperimpegnata, iperconnessa, e oggi, forzatamente, l’ abbiamo scoperto più che mai. Il rifarsi alle cose essenziali della vita ti fa assaporare la vita. Abbiamo realizzato progetti insieme, costruito giardini verticali, abbiamo provveduto alla manutenzione straordinaria della nostra casa. ED E’ STATO MERAVIGLIOSO vedere l’ impegno e le capacità manuali dei miei figli che con la nostra collaborazione hanno reso tutto più sostenibile in termini di dispendio di fatica e tutto più realizzabile in termini di tempo e operatività. A riprova che la felicità non è da ricercare al di fuori di sé ma dentro di sé. E IN ME CI SONO LORO.
Ti ricordi il momento più bello e il più difficile in questa "convivenza forzata"?
Partirei col dire che non ci sono stati momenti difficili e per questo ammetto di essere molto fortunata. Il fatto che i miei figli siano (da poco) adulti ed ognuno di loro sa quale strada percorrere, ovviamente favorisce un’ ottima convivenza (ma questa è la mia percezione, bisognerebbe ascoltare anche le loro impressioni). Posso immaginare invece le difficoltà che genitori più giovani di noi abbiano dovuto affrontare nel dribblare fra lavoro, dad, e spazi limitati.
Nella scatole dei ricordi dei momenti più belli, io metterei istantanee che riflettono momenti spensierati quali le supercolazioni a cielo terso , le abbuffate di pizza fatta in casa (e qua ci siamo specializzati in maturazione della pasta a 36/48 ore), i giochi dopo cena, la proiezione di un film x tutti (rubandosi il posto migliore sul divano) e non per ultimo qualche conversazione seria da adulti nel valutare il proprio futuro e la proiezione di se nei prossimi 10 anni. Insomma, credo che siano le cose semplici della vita a dare sapore.
Io personalmente ho sempre messo molta attenzione alla qualità del cibo che servo in tavola, e sono convinta di nutrire di amore i miei figli anche attraverso il cibo che servo loro, forse è per questo motivo che i migliori ricordi sono legati alla convivialità attorno ad una tavola anche al di fuori periodo lockdown.
Un desiderio per il futuro?
Questa domanda è difficilissima. Parlare di progetti è più semplice, parlare di desiderio è un po più complesso. Come ho già accennato ho un progetto nella testa e riguarda il rapporto con la terra. Fino ad ora ho lavorato con l’ acqua su di me e per gli altri, prossimamente vorrei lavorare con la terra (senza escludere l’ acqua). Inizierei con attività olistiche, per meglio comprendere il mio corpo che cambia e la mente, coltivare la terra per il buon cibo salutare ed ascoltare i sogni. Ancora una volta l’irrequietudine mi porterà in un'altra direzione.
☺ ☺CHE VITA MERAVIGLIOSA!!! ☺ ☺
Carolina, mamma e non solo, ci racconti chi sei?
Sono un’autrice di libri per bambini e ragazzi da oltre 20 anni e sono la mamma di Ugo che di anni ne ha 7. Ho iniziato a scrivere albi illustrati durante gli studi universitari, dopo aver avuto la fortuna d’intervistare Quentin Blake, illustratore inglese dei libri di Dahl, nella sua casa di Londra.
Come si svolge la tua giornata tipo?
Mi piacerebbe dire che mi sveglio di buon mattino e accendo il pc davanti a una tazza di caffè fumante. Invece… come tutte le mamme preparo mio figlio per la scuola, vado anch’io in classe - di recente ho scelto d’insegnare alla primaria - e non appena posso accendo il pc. Per fortuna con mio marito ci dividiamo i compiti familiari, insegno part time e le nonne mi riempiono il congelatore di lasagne e minestrone…
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ne ho molti. Dopo il lockdown, in cui ho impiegato il tempo chiusa in casa, frequentando corsi di scrittura e approfondimenti nella letteratura per l’infanzia, ho scritto tanto. Perciò a breve usciranno: la mia prima raccolta natalizia - versione audio- contenuta ne La FABBRICA DELLE STORIE di Editions Lunii; ARRIVA IL LUPO albo dedicato ai cuccioli 3+ illustrato dalla raffinata Valeria Colonnella per Pane e Sale, e sempre per PaneeSale un libro che celebra la diversità come ricchezza, illustrato dalla bravissima Martina Peluso, di cui però non posso ancora rivelare il ti tolo. E molto altro...
Se potessi esprimere un desiderio, quale sarebbe?
Avere un maggiordomo?! Scherzi a parte, sto vivendo un periodo molto fortunato; il mio desiderio più grande è perciò quello di godermelo e condividere i successi con la mia famiglia. Ti ringrazio per l’intervista e auguro a tutte voi: buone letture!
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