giovedì 17 giugno 2021

"Non solo mamme"

ALESSANDRA




Alessandra, mamma e non solo, ci racconti chi sei?
 
Sono una donna imprenditrice con tre bambini da crescere, il mio laboratorio occupa diverse ore della mia giornata, anche della mie nottate. L’organizzazione è fondamentale nella gestione della mia famiglia. Ho un laboratorio artistico, mi occupo di formazione artistica e non solo. L’incastro perfetto tra il mio lavoro ed i miei figli è sicuramente e' il loro sorriso, quando mi sento stanca basta rimanere con loro una giornata per ricaricarsi. I miei figli sono il mio motore. 
 
Come hai vissuto questo periodo di lockdown con i tuoi bambini? 

Ho cercato inizialmente di organizzare le giornate in attività di formazione gioco pulizia della casa.
Devo ammettere che sono stati molto bravi non ho mai avuto momenti difficili. Sicuramente la stanchezza e la mancanza del mio lavoro si è fatta sentire, ma la responsabilità di 
uscire dalla tempesta che avevamo intorno mi ha permesso di reagire.

Ti ricordi il momento più bello e il più difficile in questa "convivenza forzata"?

Sicuramente tutti i momenti di divertimento in casa… le torte i giochi insieme ...sono stati mesi particolari intensi ma belli.
 
Un desiderio per il futuro?

Sperare di essere sempre un esempio per loro. 



ITZIA

Le Piccole Emozioni


Itzia, mamma e non solo, ci racconti chi sei?

Mi sento sempre un’ anima in pena, …mai tranquilla, mai posata, mai appagata. E’ uno stato d’ animo che mi ha sempre accompagnato nella vita da che ho memoria e probabilmente sarà un compagno di vita anche in futuro. A questo punto della vita guardandomi un po’ indietro penso che sia stato quel guizzo o lampo che faceva scaturire in me curiosità per molteplici e svariate sfaccettature della vita quotidiana. Non posso e non riesco a pensare che una donna sia solo compagna e madre (anche se ci sarebbe un mondo intero dentro queste due definizioni), ma piuttosto un’ entità capace di creare delle piccole realtà che giornalmente crescono e si adattano ad ognuna di noi nel nostro cammino. Come ogni bambina avevo un sogno nel cassetto e una predisposizione alle arti figurative, ma destino vuole (con la complicità del volere dei genitori) che seguissi una strada ben diversa, quella di diplomarmi in un istituto tecnico per poi rinchiudermi in un ufficio caldo e polveroso. Gli anni passarono, la famiglia si allargò, e la mia quotidianità diventò più stretta. Cercai e mi ritagliai degli spazi (spesso nello ore notturne, le uniche riservate a me), come hobbista dipingevo, creavo, manipolavo e mi riaffacciai alla vita sportiva per me stessa e per i miei figli come antidoto alla chiusura di un ufficio e alla pesantezza dei numeri e non solo. Sull’ onda di quella che è stata la mia impronta adolescenziale decisi che i miei ragazzi (a proposito … ho un bellissimo terzetto di maschietti) avrebbero dovuto dedicare gran parte del loro tempo libero alla formazione sportiva come risposta sociale al nulla dopo la scuola e per qualche anno tutto andò bene raccogliendo frutti inaspettati, vittorie sportive e scolastiche di tutto rispetto. Per pura casualità (ma credo fermamente che le opportunità che si paventano davanti a noi si presentano quando più ne abbiamo bisogno) una persona a me cara, mi offrii la possibilità di lavorare come istruttrice di nuoto. A quel punto, salii su quel treno.(con un biglietto di III classe aggiungerei) Quando parlo di irrequietezza nell’ animo, di non accontentarsi , di non annoiarsi, mettersi in gioco di nuovo, ricominciare dal principio con uno spirito candido, parlo di impegno, di curiosità, di sete, caratteristiche che vedi solo nello sguardo di un bambino ( perché un bambino quando è concentrato in un gioco NON LO DOVETE DISTURBARE, è impegnato con TUTTO SE STESSO) . Decisi allora di immergermi in quello che è il mondo acquatico nelle sue più svariate sfumature, e in tutto questo i miei figli e mio marito hanno sentito, provato, condiviso tanto del mio percorso. ED E’ UNA RIVELAZIONE L’ ELEMENTO ACQUA, ma chi l’ avrebbe mai detto!. Come tutti compresa me, abbiamo assaggiato l’ acqua nell’ andare avanti e indietro contando vasche su vasche. Ecco, ..l’ acqua, per me, è tutt’ altra cosa. C’è un mondo chiamato ACQUATICITA’ dove è possibile trascorrere il tempo in un ‘altra dimensione, in un altro piano che non sia banalmente sportivo o agonistico. Attraverso l’ acquaticità ognuno di noi può scoprire se stesso, nella sua dimensione più personale e più profonda , approccia a lavori di analisi di sé nell’ immenso silenzio del sotto acqua. Negli ultimi 12 anni mi sono occupata di accompagnare le persone abili e non abili in questi percorsi non solo individuali ma anche di gruppo. Le relazioni che nascono in acqua nei gruppi di preparto, post parto con i neonati, gruppi di adulti che vogliono godere del beneficio dell’ acqua in termini di benessere e non di prestazione, o semplicemente le classi di acquagym sono sempre delle relazioni vere, sincere, aperte, accomodanti. Nonostante sia passato qualche anno e i miei capelli hanno il colore della neve … ho ancora quell’ inquietudine che mi gorgoglia nello stomaco e mi frizza nella testa. Chissà cosa farò da grande. …Ma un progetto è già in cantiere. 
Per ora mi definisco un operatrice acquatica… Più avanti non so!


Come hai vissuto questo periodo di lockdown con il lavoro e con i ragazzi a casa?

Il periodo di lockdown per noi operatori sportivi è stato un dissanguamento in termini economici finanziari, per chi non lo sapesse non abbiamo degli ammortizzatori sociali o garanzie lavorative, semplicemente siamo rimasti a casa obbedienti e dimessi aspettando che il mondo ricominci a girare nel suo vorticoso ciclo infinito.  Ma in tutto  questo  c’è del bello e del meraviglioso.  Come premesso ho i capelli bianchi  e di conseguenza i miei ragazzi sono dei giovani uomini. Il più grande Edoardo lavora da un paio d’ anni, mentre i due gemelli Andrea e Daniele sono al secondo anno universitario. Il lato meraviglioso di tutto ciò è che da anni non mi occupavo così minuziosamente direi quasi maniacalmente della mia famiglia e questa emozione mi appaga. Intenta  nel decennio scorso alla mia formazione lavorativa, ho chiesto grande responsabilità ai componenti del nucleo addossando ad ognuno di loro compiti e faccende per organizzare al meglio la vita quotidiana. In questo periodo sono tornata ad essere un po’ mamma chioccia, non perché ce ne sia stato bisogno ma per il mio piacere personale.  Mi sono presa cura di tutti anche in modo eccessivo, ma forse dovevo perdonare me stessa per le mie assenze lavorative  e ricompensare la loro pazienza ed il loro affetto che mai muta nel tempo, perché un figlio ti amerà per sempre e comunque.  In questo anno e mezzo ho riscoperto la piacevolezza di stare tanto tempo in loro compagnia, condividere spazi e momenti, soprattutto conviviali. Oramai è assodato che non basta la qualità del tempo passato insieme ai figli, c’è assoluto bisogno del TEMPO. Un elemento prezioso più dell’oro nella nostra epoca iperfrenetica, iperimpegnata, iperconnessa, e oggi, forzatamente, l’ abbiamo scoperto più che mai. Il rifarsi alle cose essenziali della vita ti fa assaporare la vita. Abbiamo realizzato progetti insieme, costruito giardini verticali, abbiamo provveduto alla manutenzione straordinaria della nostra casa. ED E’ STATO MERAVIGLIOSO vedere l’ impegno e le capacità manuali dei miei figli che con la nostra collaborazione hanno reso tutto più sostenibile in termini di dispendio di fatica e tutto più realizzabile in termini di tempo e operatività.  A riprova che la felicità non è da ricercare al di fuori di sé ma dentro di sé. E IN ME CI SONO LORO.

Ti ricordi il momento più bello e il più difficile in questa "convivenza forzata"?

Partirei col dire che non ci sono stati momenti difficili e per questo ammetto di essere molto fortunata. Il fatto che i miei figli  siano (da poco) adulti ed ognuno di loro sa quale strada percorrere, ovviamente favorisce un’ ottima convivenza (ma questa è la mia percezione, bisognerebbe ascoltare anche le loro impressioni). Posso  immaginare invece le difficoltà che genitori più giovani di noi abbiano dovuto affrontare nel dribblare fra lavoro, dad, e spazi limitati.

Nella scatole dei ricordi dei momenti più belli, io metterei istantanee che riflettono momenti spensierati quali le supercolazioni a cielo terso , le abbuffate di pizza fatta in casa (e qua ci siamo specializzati in maturazione della pasta a 36/48 ore), i giochi dopo cena, la proiezione di un film x tutti (rubandosi il posto migliore sul divano) e non per ultimo qualche conversazione seria da adulti nel valutare il proprio futuro e la proiezione di se nei prossimi 10 anni.  Insomma, credo che siano le cose semplici della vita a dare sapore.

Io personalmente ho sempre messo molta attenzione alla qualità del cibo che servo in tavola, e sono convinta di nutrire di amore i miei figli anche attraverso il cibo che servo loro, forse è per questo motivo che i migliori ricordi sono legati alla convivialità attorno ad una tavola anche al di fuori periodo lockdown.

Un desiderio per il futuro?

Questa domanda è difficilissima. Parlare di progetti è più semplice, parlare di desiderio è un po più complesso. Come ho già accennato ho un progetto nella testa e riguarda il rapporto con la terra. Fino ad ora ho lavorato con l’ acqua su di me e per gli altri, prossimamente vorrei lavorare con la terra (senza escludere l’ acqua). Inizierei con attività olistiche, per meglio comprendere il mio corpo che cambia e la mente, coltivare la terra per il buon cibo salutare ed ascoltare i sogni. Ancora una volta l’irrequietudine mi porterà in un'altra direzione

☺ ☺CHE VITA MERAVIGLIOSA!!! ☺ ☺


ANTONELLA





Antonella, mamma e non solo, ci racconti chi sei?
 
Sono una donna prima di tutto, una mamma, una moglie, editor per alcuni giornali e blog e sono una persona con disabilità. La mia disabilità si chiama diplegia spastica a gonna stretta, dovuta ad una nascita prematura e ad una successiva paralisi celebrale infantile che ha compromesso gli arti inferiori. Ho un rapporto tranquillo con la mia disabilità, cammino con le stampelle ma sono un accessorio nella mia quotidianità.

"Ho una disabilità ma non sono la disabilità infatti ho una famiglia e una vita normalissima"

Sono una mamma e, quando ho scoperto di aspettare il mio bimbo (7 anni fa) non c'era nulla sul web che parlasse di disabilità e maternità. Mi sono sentita "sola" e purtroppo ho dovuto affrontare, al momento del parto, anche le perplessità delle assistenti sociali che poi si accorsero che la mia disabilità fisica non comprometteva la mia maternità in nessun modo. 

Dopo tre anni trovai, su internet in uno spazio chiamato " gravidanze straordinarie" un video che documentava la maternità di una donna disabile e i commenti  purtroppo non erano positivi. La rabbia fu talmente tanta che mi portò a cercare altre mamme nella mia stessa situazione, perché era impossibile che io fossi da sola!

Trovai altre ragazze e, insieme creammo un gr. su WhatsApp, che poi crebbe fino a farci decidere di aprire una pagina Facebook chiamata "disabilità indipendenza e maternità#disabilmente mamme" e il gr. di amici di disabilmente mamme. 

Ho avuto la fortuna di avere una famiglia che ha sempre creduto in me grazie anche alla quale, malgrado abbia incrociato nella mia vita "bulli", spesso tra i compagni di scuola e, purtroppo, tra gli insegnanti, sono andata avanti lo stesso.

Ho vissuto un momento molto difficile dopo aver perso mio padre improvvisamente. Lui è stato per me un faro e una guida, mi ha sempre sostenuto  dicendomi di credere in me stessa. 

"punta sempre alla stella più alta mal che vada ti troverai nell'universo"
Questa sua frase mi accompagnerà per sempre.


Il destino anni dopo mi fece una "bellissima sorpresa" e durante un periodo di riabilitazione conobbi il mio migliore amico che divenne poi mio marito.

"con un bacio si trasformò tutto"

infatti durante il mio ultimo ricovero progettammo il nostro matrimonio e provai il mio abito da sposa proprio in clinica. Ci sposammo il 19 ottobre del 2013 e a marzo del 2014 scoprii di "avere un cuore in più" nella mia pancia. Stavo aspettando Ismaele...la cosa più bello che ho!!


Come hai vissuto questo periodo di Lockdown con il tuo bambino? 

Non è stato facile per nessuno, soprattutto per i bambini. Il primo anno giocavamo insieme. Il secondo anno con "l'inizio" della prima elementare  e la DAD non e stato semplice ma ho un bambino bravo, responsabile e maturo e abbiamo affrontato tutto con tranquillità. Quando potevamo uscire, il pomeriggio lo dedicavamo ai compiti e poi andavamo al parchetto a fare grandi passeggiate,


Ti ricordi il momento più bello e il più difficile in questa "convivenza forzata"? 

Quello più difficile è stato il momento in cui mio marito ebbe il Covid. Siamo dovuti stare in isolamento e fare tutto da sola è stato duro. Fortunatamente si è risolto tutto per il meglio e ci siamo resi conto che questa prova ha unito maggiormente la nostra famiglia. 

Un desiderio per il futuro?

Come mamma vorrei una maggior apertura nelle scuole per la disabilità, noi come gruppo ci stiamo già attivando a riguardo andando a parlare nelle classi. Essere disabile non ti "rende disabile" e non ti impedisce nulla nella vita. Io lo faccio per mio figlio, per tanti altri bambini e per le mamme.
Per quanto riguarda "disabilmente mamme" spero di portare a termine i tanti progetti che abbiano in  cantiere , tra cui diventare un 'associazione che vuole aiutare tante altre donne avvalendosi di diversi esperti.


MIMMA


Mimma, mamma e non solo, ci racconti chi sei?

Ciao a tutti è la prima volta che scrivo per una chat o blog e non sono sicura di essere chiara nelle mie dichiarazioni. 
Ho scelto questa immagine perché rappresenta il periodo del mio Lockdown, dalla mia finestra nel centro storico di Genova vedere il campanile di San Donato con la sua bellezza mi ha regalato molta serenità.

Ho 51 anni e sono un architetto, lavoro in uno studio che di occupa di progettazione e si occupa di cantieri in Italia e all’estero, ho un compagno (anche lui architetto) e C. una fantastica bambina di 10 anni. 
Il lock-down ci ha travolti, abitiamo in una piccola casa nel centro storico di Genova, che ci ha sempre permesso di viverla in totale relax e comodità, ma dall’oggi al domani abbiamo dovuto organizzare tre postazioni per i computer, perché C. ha iniziato la DAD e il nostro lavoro non si è mai fermato, ma superato il caos iniziale dell’organizzazione e la fatica di scaricare programmi di meeting di ogni genere (e vi assicuro che questo è stato molto stressante) abbiamo iniziato la nostra routine in quarantena.

Come hai vissuto questo periodo di Lockdown con la tua bambina? 

La quarantena ha avuto molti aspetti difficili, la preoccupazione per i nostri cari lontani, la paura per la situazione nazionale e mondiale, la paura anche per il lavoro, essendo liberi professionisti ti domandi come sarà la ripresa economica, ma a noi è servito per stare insieme, avendo una vita frenetica io e il mio compagno usciamo di casa presto e rientriamo dopo le 19,00, abbiamo poco tempo la sera per stare insieme, e la gestione della casa e tutte le attività di C. vengono gestite dalla nonna che l’accompagna ovunque.

La quarantena ci ha permesso di passare più tempo insieme avevamo comunque dei tempi molto scanditi da DAD e lavoro, ma abbiamo fatto tantissime attività insieme, abbiamo cucinato, fatto ginnastica, giocato, disegnato e alle 18,30 si chiudevano i computers e ci affacciavamo alla finestra per fare il QUIZZONE con i vicini.
Noi siamo convinti che C. ci ha aiutato molto in questo periodo di lockdown il suo entusiasmo ci ha trascinato e fatto superare tante ansie.

Ti ricordi il momento più bello e il più difficile in questa "convivenza forzata"?

Il momenti più belli del lockdown sono stati quelli passati in cucina pronti a preparare piatti invitanti, e il momento più difficile è stato l’inizio l’organizzazione e l’incertezza del futuro, siamo passati da una vita ritmata a riorganizzare tutto.

Un desiderio per il futuro?

Sicuramente avremmo fatto a meno della pandemia e di tutto ciò che essa ha comportato nel corso di quest’anno e mezzo, ma voglio pensare che oltre al dolore e alle difficoltà, il futuro possa offrire una nuova visione del mondo più attenta alle persone che ti stanno intorno, la pandemia ci ha fatto riscoprire l’altruismo, l’attenzione per i vicini, il rispetto per chi è in prima linea per la lotta al Covid e una maggiore attenzione alle questioni ambientali, spero nella lungimiranza delle persone  nel non dimenticare il Meglio che siamo riusciti a dare in questo periodo di emergenza."

CAROLINA




Carolina, mamma e non solo, ci racconti chi sei?


Sono un’autrice di libri per bambini e ragazzi da oltre 20 anni e sono la mamma di Ugo che di anni ne ha 7. Ho iniziato a scrivere albi illustrati durante gli studi universitari, dopo aver avuto la fortuna d’intervistare Quentin Blake, illustratore inglese dei libri di Dahl, nella sua casa di Londra.


Come si svolge la tua giornata tipo?


Mi piacerebbe dire che mi sveglio di buon mattino e accendo il pc davanti a una tazza di caffè fumante. Invece… come tutte le mamme preparo mio figlio per la scuola, vado anch’io in classe - di recente ho scelto d’insegnare alla primaria - e non appena posso accendo il pc. Per fortuna con mio marito ci dividiamo i compiti familiari, insegno part time e le nonne mi riempiono il congelatore di lasagne e minestrone…

 

Quali sono i tuoi progetti futuri?


Ne ho molti. Dopo il lockdown, in cui ho impiegato il tempo chiusa in casa, frequentando corsi di scrittura e approfondimenti nella letteratura per l’infanzia, ho scritto tanto. Perciò a breve usciranno: la mia prima raccolta natalizia - versione audio- contenuta ne La FABBRICA DELLE STORIE di Editions Lunii; ARRIVA IL LUPO albo dedicato ai cuccioli 3+ illustrato dalla raffinata Valeria Colonnella per Pane e Sale, e sempre per PaneeSale un libro che celebra la diversità come ricchezza, illustrato dalla bravissima Martina Peluso, di cui però non posso ancora rivelare il ti tolo. E molto altro...


Se potessi esprimere un desiderio, quale sarebbe? 


Avere un maggiordomo?! Scherzi a parte, sto vivendo un periodo molto fortunato; il mio desiderio più grande è perciò quello di godermelo e condividere i successi con la mia famiglia. Ti ringrazio per l’intervista e auguro a tutte voi: buone letture!






FEDERICA 

Le Piccole Emozioni



Federica, mamma e non solo, ci racconti chi sei?

Ciao sono Federica フェデリカ e sono appena sbarcata nei miei 50 anni!
Sono mamma di 2 ragazze di 10 e 12 anni (le “girls”) e lavoro part-time in ospedale; sono una persona intuitiva, empatica … direi “epidermica”.
La mia passione principale è la lettura: nonostante le mille cose da fare, trovo ogni giorno il modo di dedicarmi qualche pagina – mi rilassa e mi permette di evadere, viaggiare, sognare.
Adoro i colori (per questo ho scelto la foto della rosa), sono allegra e tanto curiosa del mondo, mi piace sperimentare e conoscere.
Uno dei miei pallini è il Giappone, di cui leggo e cerco sempre di apprendere la cultura, così diversa dalla nostra e a mio parere così affascinante … e di recente ho coronato un mio piccolo sogno iscrivendomi ad un corso di giapponese: difficilissimo ma di grande soddisfazione.
Le mie parole d’ordine sono organizzazione e divertimento: stare dietro a casa, lavoro, figlie (e marito) necessita di un po' di programmazione ma anche di tanta voglia di divertirsi ed inventare soluzioni.

Ultima cosa: l’anno scorso ho costruito un Barattolo della Felicità che è sempre a disposizione sul tavolo della sala da pranzo – chi di noi in casa ha un momento di gioia che vuole celebrare e ricordare scrive un bigliettino di poche righe con data e firma, e senza farlo leggere agli altri lo chiude nel Barattolo.  L’ultimo dell’anno apriamo insieme il Barattolo e leggiamo i tanti bigliettini raccolti durante l’anno, rivivendo quei giorni e quelle belle sensazioni insieme.


Le Piccole Emozioni

 
UN TUO PREGIO e UN DIFETTO

Un pregio: sono una donna curiosa e sto cercando di trasmettere questo aspetto del mio carattere alle girls perché la curiosità le farà diventare donne sensibili ed aperte al cambiamento.
Un difetto: se qualcuno mi fa un torto, non so dimenticare e voltar pagina … tipico delle donne del segno del Leone ahimè.

LA TUA GIORNATA A CHE ORA COMINCIA e A CHE ORA FINISCE?

ah perché ci sono orari? Non me ne ero accorta, sono in pista H24.

LA TUA ESTATE 2022?

Questa estate sarà tutto mare – diversamente dal solito in cui ci ritagliamo anche una settimana di montagna. 

COSA TI PIACEREBBE FARE CON UNA BACCHETTA MAGICA?

Se avessi una bacchetta magica vorrei prima di tutto fermare questa terribile guerra, poi pulire le nostre città e proteggere il pianeta.
… e infine viaggiare, viaggiare, viaggiare!


Nessun commento:

Posta un commento