martedì 29 giugno 2021

"Non solo mamme"



ITZIA




Itzia, mamma e non solo, ci racconti chi sei?

Mi sento sempre un’ anima in pena, …mai tranquilla, mai posata, mai appagata. E’ uno stato d’ animo che mi ha sempre accompagnato nella vita da che ho memoria e probabilmente sarà un compagno di vita anche in futuro. A questo punto della vita guardandomi un po’ indietro penso che sia stato quel guizzo o lampo che faceva scaturire in me curiosità per molteplici e svariate sfaccettature della vita quotidiana. Non posso e non riesco a pensare che una donna sia solo compagna e madre (anche se ci sarebbe un mondo intero dentro queste due definizioni), ma piuttosto un’ entità capace di creare delle piccole realtà che giornalmente crescono e si adattano ad ognuna di noi nel nostro cammino. Come ogni bambina avevo un sogno nel cassetto e una predisposizione alle arti figurative, ma destino vuole (con la complicità del volere dei genitori) che seguissi una strada ben diversa, quella di diplomarmi in un istituto tecnico per poi rinchiudermi in un ufficio caldo e polveroso. Gli anni passarono, la famiglia si allargò, e la mia quotidianità diventò più stretta. Cercai e mi ritagliai degli spazi (spesso nello ore notturne, le uniche riservate a me), come hobbista dipingevo, creavo, manipolavo e mi riaffacciai alla vita sportiva per me stessa e per i miei figli come antidoto alla chiusura di un ufficio e alla pesantezza dei numeri e non solo. Sull’ onda di quella che è stata la mia impronta adolescenziale decisi che i miei ragazzi (a proposito … ho un bellissimo terzetto di maschietti) avrebbero dovuto dedicare gran parte del loro tempo libero alla formazione sportiva come risposta sociale al nulla dopo la scuola e per qualche anno tutto andò bene raccogliendo frutti inaspettati, vittorie sportive e scolastiche di tutto rispetto. Per pura casualità (ma credo fermamente che le opportunità che si paventano davanti a noi si presentano quando più ne abbiamo bisogno) una persona a me cara, mi offrii la possibilità di lavorare come istruttrice di nuoto. A quel punto, salii su quel treno.(con un biglietto di III classe aggiungerei) Quando parlo di irrequietezza nell’ animo, di non accontentarsi , di non annoiarsi, mettersi in gioco di nuovo, ricominciare dal principio con uno spirito candido, parlo di impegno, di curiosità, di sete, caratteristiche che vedi solo nello sguardo di un bambino ( perché un bambino quando è concentrato in un gioco NON LO DOVETE DISTURBARE, è impegnato con TUTTO SE STESSO) . Decisi allora di immergermi in quello che è il mondo acquatico nelle sue più svariate sfumature, e in tutto questo i miei figli e mio marito hanno sentito, provato, condiviso tanto del mio percorso. ED E’ UNA RIVELAZIONE L’ ELEMENTO ACQUA, ma chi l’ avrebbe mai detto!. Come tutti compresa me, abbiamo assaggiato l’ acqua nell’ andare avanti e indietro contando vasche su vasche. Ecco, ..l’ acqua, per me, è tutt’ altra cosa. C’è un mondo chiamato ACQUATICITA’ dove è possibile trascorrere il tempo in un ‘altra dimensione, in un altro piano che non sia banalmente sportivo o agonistico. Attraverso l’ acquaticità ognuno di noi può scoprire se stesso, nella sua dimensione più personale e più profonda , approccia a lavori di analisi di sé nell’ immenso silenzio del sotto acqua. Negli ultimi 12 anni mi sono occupata di accompagnare le persone abili e non abili in questi percorsi non solo individuali ma anche di gruppo. Le relazioni che nascono in acqua nei gruppi di preparto, post parto con i neonati, gruppi di adulti che vogliono godere del beneficio dell’ acqua in termini di benessere e non di prestazione, o semplicemente le classi di acquagym sono sempre delle relazioni vere, sincere, aperte, accomodanti. Nonostante sia passato qualche anno e i miei capelli hanno il colore della neve … ho ancora quell’ inquietudine che mi gorgoglia nello stomaco e mi frizza nella testa. Chissà cosa farò da grande. …Ma un progetto è già in cantiere. 
Per ora mi definisco un operatrice acquatica… Più avanti non so!



Come hai vissuto questo periodo di lockdown con il lavoro e con i ragazzi a casa?

Il periodo di lockdown per noi operatori sportivi è stato un dissanguamento in termini economici finanziari, per chi non lo sapesse non abbiamo degli ammortizzatori sociali o garanzie lavorative, semplicemente siamo rimasti a casa obbedienti e dimessi aspettando che il mondo ricominci a girare nel suo vorticoso ciclo infinito.  Ma in tutto  questo  c’è del bello e del meraviglioso.  Come premesso ho i capelli bianchi  e di conseguenza i miei ragazzi sono dei giovani uomini. Il più grande Edoardo lavora da un paio d’ anni, mentre i due gemelli Andrea e Daniele sono al secondo anno universitario. Il lato meraviglioso di tutto ciò è che da anni non mi occupavo così minuziosamente direi quasi maniacalmente della mia famiglia e questa emozione mi appaga. Intenta  nel decennio scorso alla mia formazione lavorativa, ho chiesto grande responsabilità ai componenti del nucleo addossando ad ognuno di loro compiti e faccende per organizzare al meglio la vita quotidiana. In questo periodo sono tornata ad essere un po’ mamma chioccia, non perché ce ne sia stato bisogno ma per il mio piacere personale.  Mi sono presa cura di tutti anche in modo eccessivo, ma forse dovevo perdonare me stessa per le mie assenze lavorative  e ricompensare la loro pazienza ed il loro affetto che mai muta nel tempo, perché un figlio ti amerà per sempre e comunque.  In questo anno e mezzo ho riscoperto la piacevolezza di stare tanto tempo in loro compagnia, condividere spazi e momenti, soprattutto conviviali. Oramai è assodato che non basta la qualità del tempo passato insieme ai figli, c’è assoluto bisogno del TEMPO. Un elemento prezioso più dell’oro nella nostra epoca iperfrenetica, iperimpegnata, iperconnessa, e oggi, forzatamente, l’ abbiamo scoperto più che mai. Il rifarsi alle cose essenziali della vita ti fa assaporare la vita. Abbiamo realizzato progetti insieme, costruito giardini verticali, abbiamo provveduto alla manutenzione straordinaria della nostra casa. ED E’ STATO MERAVIGLIOSO vedere l’ impegno e le capacità manuali dei miei figli che con la nostra collaborazione hanno reso tutto più sostenibile in termini di dispendio di fatica e tutto più realizzabile in termini di tempo e operatività.  A riprova che la felicità non è da ricercare al di fuori di sé ma dentro di sé. E IN ME CI SONO LORO.

Ti ricordi il momento più bello e il più difficile in questa "convivenza forzata"?

Partirei col dire che non ci sono stati momenti difficili e per questo ammetto di essere molto fortunata. Il fatto che i miei figli  siano (da poco) adulti ed ognuno di loro sa quale strada percorrere, ovviamente favorisce un’ ottima convivenza (ma questa è la mia percezione, bisognerebbe ascoltare anche le loro impressioni). Posso  immaginare invece le difficoltà che genitori più giovani di noi abbiano dovuto affrontare nel dribblare fra lavoro, dad, e spazi limitati.

Nella scatole dei ricordi dei momenti più belli, io metterei istantanee che riflettono momenti spensierati quali le supercolazioni a cielo terso , le abbuffate di pizza fatta in casa (e qua ci siamo specializzati in maturazione della pasta a 36/48 ore), i giochi dopo cena, la proiezione di un film x tutti (rubandosi il posto migliore sul divano) e non per ultimo qualche conversazione seria da adulti nel valutare il proprio futuro e la proiezione di se nei prossimi 10 anni.  Insomma, credo che siano le cose semplici della vita a dare sapore.

Io personalmente ho sempre messo molta attenzione alla qualità del cibo che servo in tavola, e sono convinta di nutrire di amore i miei figli anche attraverso il cibo che servo loro, forse è per questo motivo che i migliori ricordi sono legati alla convivialità attorno ad una tavola anche al di fuori periodo lockdown.

Un desiderio per il futuro?

Questa domanda è difficilissima. Parlare di progetti è più semplice, parlare di desiderio è un po più complesso. Come ho già accennato ho un progetto nella testa e riguarda il rapporto con la terra. Fino ad ora ho lavorato con l’ acqua su di me e per gli altri, prossimamente vorrei lavorare con la terra (senza escludere l’ acqua). Inizierei con attività olistiche, per meglio comprendere il mio corpo che cambia e la mente, coltivare la terra per il buon cibo salutare ed ascoltare i sogni. Ancora una volta l’irrequietudine mi porterà in un'altra direzione. 

☺ ☺CHE VITA MERAVIGLIOSA!!! ☺ ☺


Nessun commento:

Posta un commento