mercoledì 17 maggio 2023

"Intervista doppia Chiara Lossani-Bimba Landmann"

Le Piccole Emozioni ospitano con grande piacere Chiara Lossani e Bimba Landmann. Insieme raccontano com'è nato il loro libro su  "Pinocchio". 


Le Piccole Emozioni


Bimba, Chiara come nasce la vostra collaborazione e da quanto tempo dura?


Chiara: Bimba ed io collaboriamo da tanti anni,  da quel nostro “Il viaggio di Abar e Babir “pubblicato con edizioni Arka nel 1998 e ripubblicato come albo illustrato nel 2019. Ricordo che quando vidi per la prima volta le sue illustrazioni mi vennero i brividi, e pensai che aveva saputo rappresentare con poesia e bellezza la mia fantasia. Con questo libro abbiamo vinto una Menzione speciale al Premio Castello e il Premio Internazionale dell’illustrazione per l’infanzia Rolf Lidberg, Città di Cefalù. Un libro fortunato, che è stato messo in scena da numerosissime scuole in tutta Italia. Da allora abbiamo pubblicato insieme: Quel genio di Michelangelo, Iqbal il sogno di un bambino schiavo in collaborazione con UNICEF, Alla ricerca del Sacro Graal sempre con Arka, e Pinocchio con Jacabook. La nostra è una collaborazione-amicizia intensa, che diventa quotidiana quando realizziamo un libro, e lo scambio di idee è un flusso continuo che ci fa trascorrere insieme momenti bellissimi. Bimba è un’artista e una persona straordinaria, sono felice di averla come amica.

Bimba: ringrazio Chiara per le cose bellissime che ha detto! Ho profonda stima di Chiara, sia umanamente che del suo lavoro. E' una carissima amica e lavorare con lei è una grande ricchezza per me, una fonte di crescita continua. Insieme ci ritroviamo anche bambine, come quando si giocava e si diceva “facciamo che tu eri...e io ero...?” e si partiva per incredibili avventure. Così è per noi, che quando abbiamo un'idea, ci esaltiamo come delle bambine, ridiamo, ci entusiasmiamo, ci immergiamo completamente in quello che stiamo facendo con passione, allegria, giocosità e amore. 

Come hai fatto a rendere la storia e un personaggio così famoso come Pinocchio unico e originale? 

Chiara: premetto che da bambina Pinocchio non mi piaceva, preferivo le storie delle bambine sagge... E’ stato solo da grande, che ho l’ho ritrovato grazie ai miei nipotini, alla loro allegra scoperta del mondo, alle  loro scanzonate marachelle. E poi, attraverso  l’amore per loro, l’ho ritrovato in me, ricordandomi  di quella parte Pinocchiesca che mi ha accompagnato da bambina. Di riscriverlo però non ci pensavo - anche perché son sempre stata scettica riguardo alle riscritture dei classici. Però, senza volerlo, ormai ero entrata nel mondo di Pinocchio, e così – attraverso un sogno- lui mi è venuto a cercare, mi ha preso per mano, mi ha spinto a riscrivere la sua storia, e mentre scrivevo ha cominciato a dialogare con me, intervenendo tra le righe, giocando con me in un dialogo a volte irriverente, a volte serio ma sempre spassosissimo. Quando presento il libro e i bambini mi chiedono: Ma come hai fatto a trovare Pinocchio e a parlargli? Io rispondo: Non sono io che ho trovato lui, ma è LUI che ha trovato me, mi ha tirato per il braccio mi si è messo vicino, e ha cominciato a raccontarmi  la sua versione dei fatti. 

In questo sta l’originalità del nostro libro: per la prima volta, è Pinocchio a raccontare quel che gli è successo, a confidare ai lettori i suoi pensieri e soprattutto i suoi sentimenti. “Questa è la mia storia”, mi ha detto, io gliel’ho riconosciuto e mi sono messa da parte!

Fin dall’inizio, Pinocchio ha messo in chiaro le cose chiamandomi scrittrice-copiatrice, titolo che a prima vista può apparire irriverente ( come ogni sua espressione, del resto) ma che in fondo mi trova d’accordo.  La storia l’ha scritta Carlo Lorenzini, un genio a parer mio, e la mia è un’interpretazione libera. In cui mi sono divertita un sacco e spero che diverta anche i lettori.

Bimba: ho subito immaginato un Pinocchio tridimensionale, fatto di legno e materiali di recupero: l'abito ad esempio è fatto con una sottile velo di fazzoletto per il naso! Ed è apparso lui: subito così, senza prove, ripensamenti, era già lui. Mi è sembrato subito birichino al punto giusto, sognatore e ingenuo. Ed anche poetico. Mi sembrava perfetto per la storia. E così ho mandato la sua fotografia a Chiara e le ho chiesto “cosa ne pensi? Sono io? O non ancora?” 


Da cosa siete partite per creare il vostro libro?

Chiara: quando ho finito la prima stesura l’ho mandata a Bimba, che mi ha spedito in risposta il ritratto del nostro Pinocchio che taglia i suoi fili di marionetta. E’ stata una folgorazione! Mi è apparsa davanti tutta la sfrontata, entusiasmante e contagiosa libertà di Pinocchio, insieme alla sua voce, che mi diceva: Fammi posto, a scrivere la mia storia ci voglio essere anch’io! In due giorni ho riscritto il testo insieme a Pinocchio, poi l’ho mandato a Bimba, dando inizio ad uno scherzo: le ho spedito infatti una mail sgrammaticatissima a nome di Pinocchio, che l’ha tirata dentro nel suo gioco. Con questo divertimento dentro anche lei è partita a costruire gli stupendi teatrini, fatti con carta, cartone, stoffa, legno, e altri materiali, che guidano i lettori attraverso il racconto stimolando la fantasia.

Bimba: ho trovato geniale la mail di Pinocchio! Era davvero uno spasso! E così piano piano è apparso anche il suo mondo.H o preso il mio Pinocchio fatto di legno e materiali di recupero, ho preso il carattere che Chiara gli aveva donato, e ho cominciato a costruirgli intorno dei teatrini, sempre tridimensionali. Mi piaceva l'idea di rendere la sua storia simile al “teatro della vita”. Quando ero bambina mi divertivo a costruire dei piccoli personaggi, con pezzetti di legno, carta e cartoncini, piccole perline, stoffe e feltri e tutto quello che mi capitava fra le mani. Le mie mani riuscivano a creare anche piccoli personaggi di un solo centimentro! Poi costruivo loro delle piccole case, con letti tavoli, giardini. Credo di essermi allenata parecchio! Inultile dire quanto io mi diverta ancora oggi a fare queste cose! A volte rido da sola mentre costruisco questi mondi...

Avete qualche aneddoto divertente da raccontare?

Chiara: la realizzazione di questo libro è piena di aneddoti, sin dall’inizio. Una notte  ho fatto un sogno – come dicevo prima - in cui mi è stato detto chiaramente che dovevo raccontare Pinocchio a modo mio insieme a Bimba. La mattina dopo l’ho chiamata, abbiamo riso insieme del sogno, però poi ci siamo dette: Proviamoci! E così sono partita alla scoperta del grande capolavoro che avevo rifiutato da bambina. Insieme a Bimba abbiamo cominciato a leggere saggi su Pinocchio, siamo andate a conferenze su di lui, ci siamo confrontate tanto e abbiamo elaborato l’idea di introdurre una specie di artificio letterario, e cioè di raccontare le avventure di Pinocchio attraverso dei teatrini che, come in un gioco di specchi, suggeriscono al lettore che lì, in quella storia, si sta rappresentando qualcosa che riguarda anche lui. Perché Pinocchio ci riguarda tutti, nessuno escluso. Lui è l’archetipo del bambino che va alla scoperta del mondo, che sperimenta se stesso commettendo  tanti sbagli, ma che alla fine diventa grande e responsabile, impara ad amare e riconosce il valore dei sentimenti, perché ha  il cuore buono, come gli dice la Fata.

Bimba: abbiamo anche aneddoti “segreti” che non possiamo rivelare a nessuno! Solo Chiara Pinocchio ed io li conosciamo... Ma è anche questo il bello di ogni creazione: nasce nei luoghi più segreti e impenetrabili dell'immaginazione. Poi segue dei corsi misteriosi, a volte lineari a volte molto tortuosi. Quello che posso dire è che spesso, ci sono anche delle corrispondenze molto forti fra i libri ai quali si sta lavorando e fra la propria vita. Solo il fatto di scegliere un soggetto piuttosto che un altro dovrebbe far riflettere.

Cosa vi ha "lasciato" Pinocchio? 

Chiara: una grande grande allegria e tanta comprensione dell’infanzia! La stessa che ho provato quando ho avuto l’onore e il piacere di presentarlo a Collodi, presso il grande Parco gestito dalla Fondazione Pinocchio , che peraltro ha approvato e sostenuto il libro concedendo la pubblicazione del logo in copertina. In quel parco fantastico mi sono risentita bambina, un’emozione indimenticabile. Un luogo che consiglio di visitare per vivere la magia della fantasia. Lo consiglio anche agli adulti,  perché  il senso del nostro Pinocchio, e quello che mi auguro e spero succeda con la lettura del nostro libro, è che non solo il bambino ma anche il lettore adulto si lasci catturare e coinvolgere nel gioco di Pinocchio, come è successo a me, per ritrovare la propria infanzia dimenticata e tenerla con sé per sempre.

Le Piccole Emozioni


Pinocchio: BIMBA, Dì CHE Là CI SONO I TUOI TEATRINI!

Le Piccole Emozioni

Bimba: sì, Pinocchio, è vero! I miei teatrini sono proprio lì! Ed anche se ora ti è venuta improvvisamente la timidezza caro Pinocchio, e hai parlato solo alla fine (strano...)  e non vuoi dirlo, lo dico io al tuo posto: ci sei anche tu dentro ai teatrini! E io, mi sento davvero onorata che tu e i teatrini abbiate  trovato una casa tanto meravigliosa.

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