Come hai cominciato a scrivere? Dove trovi l'ispirazione?
Da che ho memoria ho sempre scritto. Certamente, una cosa è farlo per diletto (quindi principalmente per se stessi), un'altra è per professione (cioè per un pubblico sconosciuto). Ma la mia scrittura, in qualche modo, si è sempre rivolta ad un pubblico perché poi trovava la sua naturale collocazione in teatro, essendo io una teatrante di professione da ormai molti anni. La pandemia ha duramente colpito il mio settore lavorativo e per quasi due anni, sostanzialmente, ci è stato impossibile lavorare. Ma la creatività non la si può zittire, e io, non avendo altri sfoghi creativi, ho cominciato a scrivere storie, che poi sono diventate o stanno per diventare libri, albi illustrati per la precisione. Quello dell'albo illustrato è un linguaggio che ho sempre amato moltissimo, anche prima di diventare madre, perché, un po' come in teatro, coniuga immagine e parola, e negli albi che amo di più questo accade spesso in maniera sorprendente aprendo al lettore ulteriori spazi immaginifici.
L'ispirazione la trovo nell'osservazione. Sono una grandissima appassionata degli esseri umani, delle forze che ci muovono nel mondo, della meraviglia di cui siamo capaci. Mi affascina l'aspetto ambivalente della nostra specie, ossia la nostra impressionante capacità distruttiva e il suo contrario altrettanto potente. Sono una fan degli esseri umani, faccio il tifo per quel nostro misterioso lato creativo, capace di generare incredibile bellezza, come la musica, la letteratura, una barzelletta, la danza... Faccio il tifo per questo nostro lato, che ultimamente sembra ridotto all'osso, e spero vinca su tutto. La scrittura mi aiuta ad indagare questo mistero aprendomi a nuove domande.
Cosa ti piace dell'essere scrittore?
Difficile rispondere a questa domanda, perché nel fare la scrittrice ci sono moltissimi aspetti che mi piacciono. Sicuramente il processo creativo che porta alla nascita di una storia è una parte misteriosa e interessante. Quando riprendo in mano gli appunti di una storia ormai scritta, mi sorprendo sempre. Il viaggio per scrivere una piccola storia è spesso lunghissimo e il punto di partenza, a volte, sembra mirare a tutt'altra destinazione. Nel caso poi degli albi illustrati c'è anche l'aspetto dell'illustrazione. Questo è un momento speciale, perché è il momento in cui la storia che ho scritto smette di essere soltanto mia e comincia ad appartenere anche all'illustratore, che aggiunge significati, evoca altri immaginari ancora e, ovviamente, apporta il suo punto di vista. Per me è incredibilmente avvincente osservare tutto il processo illustrativo fino al suo termine. E, ovviamente, c'è la meta, l'incontro tra le mie parole e i lettori, che è l'aspetto più emozionante e imprevedibile di questo lavoro.
Cosa leggi nel tuo tempo libero?
Nel mio tempo libero, leggo praticamente di tutto. Non ho un genere preferito. Leggo dal teatro alla saggistica, dai romanzi contemporanei ai grandi classici, letteratura per bambini e ragazzi... tutto ciò che ha la forma di un libro, tendenzialmente ha un'attrazione per me irresistibile.
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